La pratica della medicina osteopatica risale comunemente al 1874, negli Stati Uniti. Il termine “osteopatia” è stato coniato dal dottor Andrew Taylor Still, un medico nato nel 1828 nello Stato della Virginia. Still ha sviluppato ai tempi della guerra civile americana la pratica dell’osteopatia, quando viveva in Kansas, vicino a Baldwin City.
Seguendo le orme di suo padre, ha studiato medicina tradizionale che, tuttavia, egli avvertiva progressivamente come noiosa e potenzialmente più dannosa che benefica anche perché la stessa non era stata in grado di salvare sua moglie e diversi figli dalle malattie infettive (come la meningite). A differenza dell’approccio tradizionale, secondo Still, ogni essere umano è costituito da un corpo, una mente e uno spirito che devono essere necessariamente in equilibrio per garantire la salute della persona. Il corpo può guarire autonomamente, ma questa guarigione deve poter essere indirizzata e stimolata, tramite un approccio manipolativo che riguardava primariamente l’apparato muscolo scheletrico.
La diffusione dell’osteopatia
Il 10 maggio 1892 Still ha fondato la Scuola Americana di Osteopatia (oggi Andrew Taylor Still University, Osteopathic Medical Schol) a Kirksville, nel Missouri, per l’insegnamento della medicina osteopatica. J. Martin Littlejohn (1865-1947), medico scozzese e studente di Still, divenne il primo decano del College of Osteopathy a Kirsville e ha fondato il Chicago College of Osteopathy a Chicago. Nel 1917, Littlejohn, ha creato a Londra il British College of Osteopathy (BSO). Littlejohn reindirizzerà più tardi i suoi sforzi verso l’educazione dei suoi colleghi medici e fisioterapisti nell’arte e nella scienza della manipolazione vertebrale. Anche se inizialmente respinto dai suoi colleghi, l’insegnamento di Littlejohn è stato adottato con entusiasmo dal medico James Beaver Mennell – che tra il 1912 e il 1935 è stato docente di massaggio terapeutico alla Training School of St. Thomas’s Hospital – e dal fisioterapista e medico britannico specializzato in ortopedia Edgar Ferdinand Cyriax, noto per aver scoperto la Sindrome di Cryriax, che da lui prende nome.
I principi dell’osteopatia
L’Osteopatia, come ideata da Still, prevede dei principi cardini:
- Il corpo è l’insieme di diverse componenti (corpo,mente, spirito): l’equilibrio delle parti è alla base della salute del corpo;
- La struttura governa la funzione: se una struttura corporea presenta un danno è impossibile che questo non abbia ricadute sulla funzione di quella parte;
- Il principio dell’autoguarigione: il corpo è in grado di guarire autonomamente. Esso dispone di tutti i mezzi interni per affrontare le malattie e guarire. La guarigione va stimolata tramite manovre terapeutiche appropriate. Celebre il motto: “Find, Fix it and leave it alone!” (Trovalo, Aggiustalo e Lascialo andare!”);
- La legge dell’arteria: il buon funzionamento del corpo dipende dalla possibilità dei liquidi corporei, in particolare il sangue, di arrivare ai tessuti e agli organi del nostro corpo. Un minor afflusso di sangue giustificherebbe la sofferenza di una determinata parte del nostro corpo.
Cosa tratta l’Osteopatia
Tutti i problemi in medicina possono essere raggruppati in due grandi gruppi:
- Problemi strutturali od organici: sono situazioni nelle quali è presente un danno di un organo o tessuto del nostro corpo; sono problemi di competenza di un medico specialista. Pensiamo ad esempio ad una frattura. Essa va curata con un approccio medico: valutazione del danno tramite esame radiografico e successivamente intervento di sintesi della frattura e/o immobilizzazione.
- Problemi funzionali: sono situazioni nelle quali il danno strutturale non è presente o non è rilevante o è stato ripristinato da un intervento medico ma è presente un disturbo della funzionalità del corpo. Ad esempio la persona è impossibilitata o è in difficoltà ad eseguire attività della vita di tutti i giorni (alzarsi, sedersi, camminare, ecc.).
L’Osteopatia, similmente alla Terapia Manuale in fisioterapia, tratta i disturbi funzionali del corpo, tramite un approccio manipolativo. Alcune condizioni in cui è utile la terapia manuale osteopatica sono:
- Recupero post trauma distorsivo;
- Recupero post intervento;
- Cervicalgia;
- Lombalgia;
- Cruralgia;
- Coxalgia;
- Dolori alla Spalla;
- Epicondiliti;
- Epitrocleiti;
- Sciatalgie;
- Cervicobrachialgia;
- Ernie del Disco;
- Colpo di Frusta;
- Periartriti;
- Artrosi;
- Cefalea Muscolo Tensiva;
- Stati tensivi muscolari;
- Edemi distrettuali;
- Cicatrici ipertrofiche;
- Disturbi neurologici (es: disestesie, parestesie);
- Problemi posturali (scoliosi, ipercifosi, iperlordosi);
- Stati di immobilizzazione prolungati, ecc.
Inoltre per la sua visione globale del corpo, l’Osteopatia tratta anche il cranio e il sacro (osteopatia cranio sacrale) e visceri (osteopatia viscerale). Scopo di questi trattamenti è ridare mobilità, elasticità alle strutture oggetto del trattamento e migliorare i sintomi del paziente.
Le tre branche dell’Osteopatia
A seconda della parte trattata, l’Osteopatia si divide in 3 branche:
- Osteopatia Strutturale: indirizzata al trattamento dell’apparato muscolo scheletrico. Essa rappresenta il primo approccio che ogni Osteopata dovrebbe adottare nella valutazione e trattamento del suo paziente. Esso comprende per lo più manipolazioni rapide (thrust), a livello delle articolazioni, con lo scopo di creare una liberazione meccanica della struttura ed effetti neuofisiologici locali e a distanza;
- Osteopatia Craniale: indirizzata al trattamento delle strutture craniche come ossa, suture craniche, meningi, ecc. Acquista maggior validità nell’ambito pediatrico, dove il cranio dei bambini presenta una certa elasticità. In Inghilterra, ad esempio, i bambini vengono indirizzati dall’Osteopata, all’interno dell’ospedale, appena nati, per valutare traumi, a livello del cranio e di tutto il corpo, che possono essere intercorsi nel periodo di gestazione o alla nascita. Queste evenienze possono essere alla base di disturbi del neonato: plagiocefalia, irritabilità diurna e notturna, coliche, ecc. Solitamente il trattamento del cranio è effettuato insieme a quello del sacro. Queste 2 strutture sono collegate anatomicamente dalle meningi e un’evenienza traumatica su una struttura ha, secondo i principi osteopatici, immancabilmente ripercussioni sull’altra (Terapia Cranio Sacrale);
- Osteopatia Viscerale: ultimo oggetto nel percorso di trattamento osteopatico sono i visceri addominali e toracici. Anch’essi possono essere oggetto di manipolazione, con manovre specifiche per ogni viscere. Tramite questo indirizzo, si tenta di curare situazioni come la stipsi, aderenze viscerali post intervento, prolassi viscerali di grado lieve, ecc.
L’Osteopatia craniale e viscerale sono gli approcci più criticati e oggetto di discussione nell’ambito medico della Terapia Manuale, in quanto supportati da scarse evidenze scientifiche. Il consiglio è quello di rivolgersi secondariamente a questo tipo di approcci, una volta fallite le cure mediche appropriate.
Come si svolge una seduta Osteopatica?
Una seduta di Osteopatia, similmente ad una seduta di terapia manuale fisioterapica o chiropratica, presenta diverse fasi:
- Raccolta dati: il paziente viene intervistato dall’Osteopata. Vengono raccolti i dati anamnestici del paziente (patologie pregresse o recenti, traumi, situazioni di varia natura che potrebbero influenzare o essere responsabili del problema lamentato dalla persona). La raccolta dati in Osteopatia, rispetto alla fisioterapia, è più approfondita, in quanto si vuole cogliere, secondo i principi della disciplina, la condizione fisica della persona nella sua interezza.
- Valutazione clinica: l’Osteopata esegue dei test clinici sul paziente. Tali test comprendono l’esecuzione di test clinici ortopedici, neurologici ed osteopatici nonché la valutazione di movimenti attivi del paziente. Questi test servono all’osteopata a confermare le ipotesi, elaborate durante l’anamnesi, sulle cause del problema lamentato.
- Trattamento: una volta evidenziate le strutture problematiche, l’Osteopata esegue sul paziente manovre terapeutiche manuali di varia natura, tra cui il “thrust” (manipolazione rapida dei segmenti articolari). Le manovre terapeutiche hanno lo scopo di modificare la quantità e la qualità del movimento dei distretti problematici nonché di ridurre il dolore. Tramite la manipolazione della colonna, si vuole stimolare un riequilibrio neurofisiologico locale e a distanza. Ad esempio, se è necessario trattare un muscolo manualmente perché in tensione, sarà opportuno manipolare, se necessario, il segmento vertebrale che corrisponde all’innervazione di tale struttura. Tale approccio vale anche per il trattamento dei visceri. Vengono eseguite sul paziente anche mobilizzazioni articolari e trazioni fasciali.
Quali differenze con la Terapia Manuale in fisioterapia?
L’Osteopata, solitamente, non prescrive esercizi al suo paziente, in piena sincronia con il principio di autoguarigione del corpo; al più, vengono date indicazioni nel ricercare un migliore stile di vita (movimento, dieta salutare, ecc.). Il trattamento Osteopatico è dunque totalmente passivo, a differenza della Terapia Manuale in Fisioterapia che comprende la prescrizione di esercizi attivi dopo il trattamento, allo scopo di mantenere e potenziare i risultati terapeutici raggiunti.