“Ho fatto un’infiltrazione al ginocchio. Basta per curare la mia artrosi?”.
La risposta è “in parte”. La terapia infiltrativa, di competenza medica, consiste nell’iniettare, tramite una siringa, acido ialuronico e/o cortisone all’interno della cavità articolare. Questa tecnica è largamente utilizzata per migliorare il nutrimento delle cartilagini articolari e prevenire/ritardare ulteriori processi infiammatori a carico dell’articolazione del ginocchio. Tuttavia, una corretta salute articolare passa anche da una possibilità di movimento la più completa possibile.
Il circolo vizioso dell’artrosi
L’artrosi genera un circolo vizioso a livello articolare costituito da un processo infiammatorio iniziale seguito da dolore, limitazione articolare, degenerazione delle cartilagini con alterazione del micro ambiente articolare (alterazione qualitativa del liquido articolare e perdita della normale lubrificazione articolare) e quindi rallentamento dell’attività, debolezza muscolare e perdita di funzionalità dell’articolazione. Nel lungo periodo, continui fenomeni infiammatori e microtraumatismi secondari portano ad una degenerazione progressiva delle strutture articolari.
L‘infiltrazione agisce solo su una di queste componenti e cioè sulla qualità del liquido articolare – nel caso dell’acido ialuronico – e sullo stato infiammatorio – nel caso del cortisone; tuttavia, lascia inalterate tutte le modificazioni che l’artrosi porta con sé (perdita di elasticità delle strutture articolari quali capsule e legamenti, perdita di tonicità delle strutture muscolari che lavorano sull’articolazione).
Terapia infiltrativa e fisioterapia: la miglior cura per l’artrosi
Unito ad una terapia infiltrativa andrebbe sempre valutato lo stato dell’articolazione. Le domande da porsi sono: il movimento delle mie articolazioni è libero in tutte le direzioni? Esistono dei deficit muscolari? Quali attività rimangono comunque limitate? Esistono attività preventive per ritardare la degenerazione articolare?
Un fisioterapista specializzato può rispondere a queste domande e progettare strategie attive (esercizi di rinforzo e allungamento) e/o passive (manipolazioni articolari e muscolari) mirate al recupero di ogni aspetto carente dell’articolazione. Ad esempio mantenere una buona tonicità del quadricipite femorale (muscolo anteriore della coscia) è provato essere di grande aiuto nella gestione del dolore del ginocchio e nel miglioramento del carico sull’articolazione. Scopo ultimo di un approccio fisioterapico all’artrosi di ginocchio è quello di imparare una corretta gestione autonoma in cui l’esercizio attivo abbia un importante ruolo preventivo e ritardare ulteriori interventi più invasivi (protesizzazione) o facilitare il recupero successivo ad essi. La stretta collaborazione dunque tra ortopedico e fisioterapista nella gestione dell’artrosi di ginocchio rappresenta la scelta migliore per il paziente.
Dott. Maxim Filippi Makarov – Fisioterapista specializzato in terapia manuale, Osteopata D.O.
Dott. Jacopo Galusi – Fisioterapista specializzato in terapia manuale, Osteopata D.O.