L’onda d’urto classica o focale, nata nel campo dell’urologia per la distruzione dei calcoli renali, è definita come un’onda acustica, sul cui fronte di avanzamento, la pressione si eleva a valori di 100-1000 volte la pressione atmosferica, in brevissimo tempo. Questa, come si può immaginare, ha un effetto di abbattimento sui tessuti e crea delle vere e proprie lesioni nel tessuto colpito.
L’onda d’urto radiale, invece, è un tipo di onda d’urto a bassa energia, appositamente studiata per un uso nell’ambito riabilitativo e sul tessuto muscoloscheletrico, che non presenta pericoli per i tessuti trattati. L’onda d’urto così prodotta va ad agire sulle parti del corpo oggetto di infiammazione e/o danneggiate, favorendone la guarigione attraverso vari meccanismi che hanno come risultato finale la formazione di nuovi vasi sanguigni (neoangiogenesi), con il conseguente arrivo di nutrienti, di ossigeno ed il contemporaneo miglioramento del metabolismo locale.
Da cosa è costituito un apparecchio per l’onda d’urto?
Esso è fondamentalmente costituito da 3 componenti:
- Un generatore: l’apparecchio tramite il quale è possibile impostare la frequenza e l’intensità dell’impulso erogato;
- Una pedaliera: collegata al generatore etramite la quale il terapista aziona l’onda d’urto;
- Il manipolo: un pistone elettromagnetico tramite il quale viene picchiettata una testina che genera l’onda d‘urto applicata al tessuto. Su questa testina, è possibile applicare una copertura in gomma per rendere più gradevole l’impulso terapeutico.
Effetti fisici delle onde d’urto
L’efficacia delle onde d’urto è legata 2 effetti biologici:
- Cavitazione: rapida formazione e collasso di bolle di vapore all’interno di un liquido;
- Impulso meccanico: effetto diretto di abbattimento sul tessuto e nel passaggio tra un tessuto e l’altro.
Questi effetti, interagendo con i tessuti del corpo, sono alla base di:
- un aumento della vascolarizzazione nella zona colpita, per la stimolazione da parte degli impulsi sulle fibre nervose simpatiche e sulle membrane cellulari;
- una secrezione di sostanze endogene che hanno come conseguenza la rimozione dei fattori infiammatori, l’inibizione delle vie del dolore e la stimolazione per la formazione di nuovi vasi (neoangiogenesi). A livello del tessuto osseo, in caso di fratture recenti, si produce un effetto simile, con aumento della vascolarizzazione e conseguente stimolazione osteogenica (formazione di tessuto osseo).
- un effetto anatalgico correlato al massiccio rilascio locale di endorfine e radicali liberi, oltre ad un effetto “reset” della soglia di dolorabilità a livello centrale, conosciuto come effetto “gate control”.
Quando vengono utilizzate le onde d’urto?
Le onde d’urto hanno vari campi di utilizzo:
Patologie ossee:
- ritardi nel consolidamento osseo.
Patologie dei tessuti molli:
- epicondiliti ed epitrocleiti croniche;
- patologie periarticolari di spalla;
- tendiniti calcifiche della cuffia dei rotatori;
- tendinopatie del ginocchio;
- tallonite;
- tendinopatie del tendine d’achille;
- fascite plantare.
Effetti secondari dell’onda d’urto radiale
Gli effetti secondari dipendono dall’ampiezza dello shock e dalla densità di energia rilasciata. Nella maggior parte dei casi, gli effetti secondari sono minori:
- dolore;
- ematomi;
- gonfiori;
- irritazioni cutanee;
- aumento dei sintomi.
Criticità dell’Onda d’urto radiale
Come ogni terapia fisica, l’onda d’urto radiale, indipendentemente dall’apparecchio utilizzato, non può essere elevata a cura unica per tutti i disturbi dell’apparato muscoloscheletrico. Essa deve essere integrata in forma complementare all’interno di un percorso terapeutico riabilitativo strutturato che comprenda soprattutto la terapia manuale e l’esercizio terapeutico.
I fisioterapisti sono gli esperti della terapia fisica; richiedi la loro consulenza per sapere quale terapia fisica è più indicata al tuo caso.